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Pane::dismissione

Le parole sono vampe emotive: estasi e tormento dei Pane

di Stefano Solventi

 

Negli anni Settanta abitavo in una casa senza termosifoni. C'era una stufa a carbone piazzata nel corridoio tra le due camere. Ci bastava, o comunque dovevamo farcela bastare. Ricordo che era color grigio canna di fucile, e che raggiungeva temperature infernali. Una sera mio padre rientrò con una lastra di quello che sembrava cartone, spesso e biancastro. La sagomò e la frappose tra la stufa e la parete, per evitare che il muro s'annerisse. Spiegò a me e mio fratello che in realtà non si trattava di cartone. Fu allora che sentii per la prima volta quel termine: era amianto, un materiale capace di resistere al calore, al fuoco. Ce lo dimostrò con l'accendino su un pezzetto avanzato: era vero, non bruciava. Lo toccammo: aveva una consistenza fibrosa, massiccia. Tendeva a sbriciolarsi un po' sui bordi, lasciandoti con una sensazione di polvere sui polpastrelli. E' un materiale eccezionale, continuò mio padre, ci fanno di tutto, anche i tetti delle case. Lo mescolano col cemento e lo chiamano eternit, perché dura per sempre. E’ quello sul capannone della fabbrica di mobili di là dalla strada. E sui garage del palazzo accanto.

Il giorno dopo lo dicemmo ai nostri amici: eternit, perché è eterno. Tra le costruzioni basse dei garage ed un cortile c'era un cancello verde che utilizzavamo come rete immaginaria per le partite di calcio. Il pallone era volato mille volte su quei tetti grigi, mille volte era tornato giù o lo avevamo fatto tornare in qualche modo, colpendolo con dei sassi o con un bastone. Più di trent’anni dopo, il cortile e il cancello ci sono ancora. Più o meno uguali. Da non molto però l'eternit è stato sostituito. Anzi, dismesso. Come l'entusiasmo che animava mio padre per le prospettive spalancate da quel nuovo, prodigioso materiale. Economico. Malleabile. Resistente. Eterno. 

      Pane​

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claudio orlandi  voce

    maurizio polsinelli​  pianoforte​​​

           claudio madaudo  flauto traverso

        vito andrea arcomano  chitarra acustica

          ivan macera  batteria 

 

 

"Il testo di Orecchini è condotto come un "bateau ivre" tra memorie laconiche e vampe emotive lungo una suite (oltre 23 minuti) cinematica e free, come fosse il diario espressionista di una perdita."

Stefano Solventi, giornalista e critico musicale

"La voce, quella formidabile di Claudio Orlandi, che i Pane sorreggono non perché vi si pieghino, ma per il fatto stesso che l’intero gruppo è una voce, quella voce che la voce di Orlandi invero interpreta."

Gabriele Frasca, poeta e scrittore

Dismissione in performance

"Dismissione" ha raggiunto la sua forma definitiva su disco dopo due anni di lavoro in sala prove e una lunga serie di performance live. Eccone alcune che ci hanno accompagnato in questo cammino:

 

Eclettica Festival (Casale della Cervelletta, Roma)

La poesia e' di casa (Teatro India)

Osceni Fauni (Teatro Apollo 11)

Estemporanea Festival (Casa Internazionale delle Donne)

EscArgot (Esc Atelier Occupato)

Contaminati (Beba do Samba), 

S.L.O.T. (C.S.O.A Sans Papiers)

TRA\versi (Galleria Arte Contemporanea, Treviso) 

Heroes (Le Mura music club)

e molti altri concerti e letture in club e librerie in tutta Italia.

Credits


Registrato e missato al Controfase Studio di Roma (Pietralata) da Pietro Pompei e Tommaso Cancellieri



Masterizzazione: Tommaso Cancellieri

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Il disco è dedicato alla memoria delle vittime dell’amianto ed alle loro famiglie.

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